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Cos’è il cimitero dei burci?
Osservabile attraverso una comoda passerella in legno, il cimitero dei burci è un’affascinante località di interesse storico situata nel comune di Casier in provincia di Treviso (vorresti sapere come appariva Piazza di Signori nella metà del XVIII secolo?). Il sito si trova presso il punto d’incontro tra il corso del Sil morto ed il canale realizzato negli anni cinquanta del Novecento per velocizzare i trasporti fluviali lungo il corso del Sile. Costituito dai relitti di 19 imbarcazioni abbandonate nel corso del XX secolo, il fragile sito archeologico è inserito nel contesto del Parco Naturale Regionale del fiume Sile, area naturalistica di risorgiva che copre un’area di 4.152 ettari tra le province di Treviso, Padova e Venezia.
L’ecosistema del maestoso parco si caratterizza per la presenta di un vasto quanto prezioso patrimonio arboreo, floreale e faunistico che nelle stagioni primaverile ed estiva svela la sua florida e sgargiante complessità.
Abbandonati nel corso del XX secolo e lambiti dalle placide acque del Sile, i profili degli antichi relitti affascinano i visitatori con la loro misteriosa presenza, in parte nascosta dalla folta e suggestiva vegetazione dei canneti e delle rigogliose erbe palustri.
Come si raggiunge il cimitero dei burci?
Partendo da Silea, è possibile parcheggiare lungo il tratto di Via Alzaia sul Sile che affianca il Parchetto di via Alzaia alla segheria. Si prosegue lungo Via Alzaia sul Sile tenendo la centrale idroelettrica sulla destra. Terminata Via Alzaia, si svolta a sinistra e si percorre via Tappi fino a incontrare sulla sinistra, dopo circa 400 metri, un sentiero in terra battuta. Seguendo il percorso che asseconda il Sil morto si giunge infine alla passerella in legno che accompagna al cimitero dei burci.
Se si preferisce seguire l’itinerario ciclopedonale che costeggia il Sil morto, (lasciandosi quindi il percorso sopraelevato alla propria sinistra) si attraversa un piccolo ponticello e si prosegue lungo il verdeggiante sentiero dal quale si intravedere, dopo circa 280 metri, uno scorcio affascinante della facciata di Villa Carlotta Rombo Morosini in corrispondenza dell’ampia ansa del Sil morto.
Cosa sono i burci?
Realizzato in legno di rovere e larice, il burcio è un’imbarcazione fluviale per il trasporto di merci il cui fondo piatto agevola gli spostamenti rapidi in presenza di bassi fondali. I bordi del battello coincidevano in modo quasi perpendicolare con il fondo al fine di massimizzare la capacità di carico. La lunghezza del barcone mercantile poteva raggiungere i trenta metri di lunghezza.
All’apparenza indistinguibili, in parte a causa del deterioramento della loro struttura, in parte perché i moderni sistemi di trasporto hanno reso l’antica cultura nautica veneta obsoleta e poco conosciuta, i diciannove relitti che compongono il sito archeologico includono, oltre ai burci, esemplari di comacine, gabarre, batei, un topo e un barchetto, nonché una serie di imbarcazioni, tutt’ora oggetto di studi e ricerche, di cui ancora non si conosce la tipologia.
A differenza del burcio, la comacina presenta un fondo più stretto rispetto alla superficie della coperta e si caratterizza per una prua più slanciata.
Anch’essa caratterizzata da un fondo piatto, una delle tre gabarre rinvenute è probabilmente la più vecchia barca nel cimitero dei burci. Gli studiosi che hanno condotto ricerche in merito all’origine delle imbarcazioni hanno rinvenuto i documenti che attestano la provenienza del relitto.
La gabarra in questione, realizzata nel 1937 in prossimità di Mantova, sarebbe stata affondata e in seguito recuperata nel corso dell’anno 1945.
Il mototopo, adibito al trasporto di merci e impiegato come nave da pesca in ambiente costiero e fluviale, è riconoscibile per la prua ricurva e slanciata.