HomeCulturaArteVilla di Maser, gioiello di architettura palladiana

Villa di Maser, gioiello di architettura palladiana

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Veduta aerea di Villa di Maser.

Progettata da Andrea Palladio e costruita dal 1549 al 1558, Villa di Maser (conosciuta anche come Villa Barbaro) sorge a mezza costa di un florido declivio boscoso nel punto in cui la rigogliosa pianura incontra i dolci pendii alberati dei Colli Asolani.

Situata in Via Cornuda, 7, la dimora rinascimentale è inserita in una tenuta di duecento ettari, di cui cento ettari a bosco, il resto a vite e in parte a uliveti.

Dichiarato patrimonio dell’umanità UNESCO nel 1996, il complesso architettonico si armonizza con le gentili pendenze del colle grazie all’equilibrato collegamento dei due principali livelli della residenza signorile con gli ambienti esterni: il piano terra con il giardino rivolto verso la sconfinata pianura trevigiana, il piano nobile con il Ninfeo a esedra cui fanno da sfondo soleggiati rilievi boscosi.

Come accedere a Villa di Maser?

Superato il meraviglioso tempietto a pianta circolare progettato da Andrea Palladio nel 1580, la lieve salita di via Barbaro porta al parcheggio della Villa e successivamente al cortile d’ingresso ammantato di rose, glicine e begonie rampicanti che in primavera regalano uno spettacolo suggestivo di profumi e colori.

Architettura di Villa di Maser

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Veduta aerea di Villa di Maser, della tenuta e del viale di accesso.

La dimora padronale

Concepito da Andrea Palladio come sede della tenuta agricola dei fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, il maestoso edificio che è possibile ammirare oggi è l’esito della ristrutturazione di un’antica casa dominicale che apparteneva ai committenti.

La facciata del corpo padronale è verticalmente tripartita da quattro semicolonne ioniche che affiancano il portale d’accesso, collocato in posizione mediana. Al di sopra dell’ingresso si staglia una monofora centinata impreziosita da un elegante parapetto. Nelle sezioni laterali si aprono due finestre rettangolari sormontate da frontoncini, ricurvi al piano terra, triangolari al piano nobile.

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Veduta della dimora padronale di Villa Barbaro.

Definito da Andrea Palladio come “Quella parte della fabbrica che esce alquanto in fuori“, il nucleo residenziale del complesso architettonico è in posizione avanzata rispetto alle barchesse e si innesta nella pendenza della collina retrostante.

Interrotta dall’archivolto della monofora, la trabeazione culmina in un frontone triangolare dentellato ingentilito da fini ornamenti a stucco in altorilievo, opera di Alessandro Vittoria, raffiguranti l’allegoria di pace e armonia. Il blasone dei Barbaro, posto sulla sommità del timpano, è sorretto da due figure a cavallo di delfini, rivolti verso un bucranio. Il fregio sottostante reca l’iscrizione DAN•BARBARUS•PAT•AQUIL – ET•MARCUS•ANT•FR•FRANC•E.

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La facciata di Villa Barbaro, anticipata dalle sculture di due leoni.

Le barchesse e le colombaie

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Veduta del giardino, delle barchesse e delle colombaie di Villa di Maser.

Disposte simmetricamente rispetto al copro centrale, le ampie e luminose barchesse sono scandite da cinque arcate sorrette da pilastri e ornate da mascheroni nel punto corrispondente alla chiave di volta.

Alle estremità delle ali porticate si elevano due colombaie, alleggerite alla base del fronte da tre ampie arcate sopra le quali campeggiano splendide meridiane. Quella ad ovest segna l’ora e l’inizio delle stagioni, quella ad est è un calendario zodiacale e indica mensilmente la data d’ingresso del Sole nel corrispondente segno dello Zodiaco. La facciata delle colombaie è ulteriormente nobilitata da quattro nicchie, ricavate nei pilastri, ospitanti pregiate statue.

I due fabbricati alle estremità delle logge laterali si prolungano sul retro incorniciando la corte posteriore, dalla quale si accede ad uno dei luoghi più magici e ammalianti di Villa di Maser.

Il Ninfeo

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Il Ninfeo, con ornamenti di Alessandro Vittoria e Marcantonio Barbaro.

Dal colle retrostante alla villa, costellato di scuri e regali alberi plurisecolari, Andrea Palladio fece ricavare un incantevole Ninfeo.

Il sistema idraulico che alimenta la cisterna in cima al bosco aziona, per caduta, gli zampillanti giochi d’acqua del Ninfeo, serve la Villa e, attraverso il giardino, arriva alla campagna antistante segnata dallo stradone alberato con tigli.

Le decorazioni di Alessandro Vittoria

L’esedra del Ninfeo è adornata da raffinate statue di divinità silvane e olimpiche inserite in dieci nicchie. Quattro imponenti telamoni, attribuiti a Marcantonio Barbaro, sorreggono la trabeazione ornata da putti e fasti.

La chiave di volta dell’arcata che dà accesso alla grotta è decorata dallo stemma dei Barbaro, sostenuto da due figure alate.

Le sale affrescare da Paolo Veronese

Sala a crociera

Suonatrice Paolo Veronese
Suonatrice nella sala a Crociera di Villa di Maser. Paolo Veronese

Realizzate a partire dal 1560, le architetture dipinte di Paolo Veronese si integrano sapientemente con gli spazi della sala a crociera, creando un delicato equilibrio nel quale gli ambienti progettati da Andrea Palladio sfumano dolcemente nelle prospettive illusorie del Veronese.

Trionfo del colorismo veneto, questo capolavoro di trompe l’oeil vivacizza il cuore della residenza gentilizia. Candide colonne e ampie arcate balaustrate regalano amene vedute di lussureggianti giardini alberati cinquecenteschi, un paggio e una bambina sbucano a dare il benvenuto dalle porte mentre nelle nicchie due suonatrici accolgono i presenti con piacevoli melodie.

Lance e alabarde appoggiate presso le finestre invitano ad alleggerirsi delle preoccupazioni per immergersi nell’atmosfera da sogno della tenuta.

Stanza di Bacco

Bacco dona luva ai pastori Paolo Veronese
Bacco dona l’uva ai pastori, Paolo Veronese.

La stanza di Bacco celebra la fertilità, l’abbondanza e la qualità delle uve prodotte nei prosperi vigneti della tenuta sin dal XVI secolo.

L’affresco sulla volta immortala Bacco nell’atto di offrire dell’uva ai pastori sospesi sulle soffici nubi. Un altro pastore riposa serenamente cullato dalle melodie di una suonatrice e di quattro putti svolazzanti. La scena è incorniciata da rigogliose pergole.

Le complesse geometrie del Veronese sembrano ampliare e donare luminosità alla stanza attraverso scene di vita quotidiana ambientate tra antiche rovine e scenari celestiali che generano l’illusione di un’ascensione senza confini.

Suggestivi contrasti chiaroscurali esaltano i volumi illusori di colonne ioniche scanalate e di nicchie ospitanti eleganti statue. La grandiosa struttura simulata incornicia viali alberati dipinti attraversati da carrozze trainate da maestosi destrieri. Una scena simboleggiante l’amore e la passione procreatrice illustra Apollo e Venere nell’atto si scambiarsi sguardi intensi.

Stanza di Bacco
Stanza di Bacco.

Stanza del Tribunale d’Amore

Il tema dell’amore coniugale è rappresentato da un tribunale celeste incaricato di valutare il comportamento della giovane sposa, genuflessa tra il consorte e il difensore. Seduto su una nuvola paffuta, il giudice è affiancato dalla Giustizia, con una clava in una mano ed un mazzo di fiori nell’altra.

La lieta conclusione del processo è intuibile dalla presenza di gioiosi putti che fanno piovere sgargianti fiori sui presenti mentre tre suonatrici, al di sopra del camino in stucco del Vittoria, rallegrano l’ambiente con la loro musica.

Alle affascinanti raffigurazioni di vita quotidiana fanno eco gli splendidi scorci del giardino visibili dalle ampie finestre. Ad accentuare il dinamismo della composizione è un gruppo di amorini alati che, disputandosi il prezioso servizio d’argento della famiglia Barbaro, ne mette in evidenza lo stemma.

Sala dell’Olimpo

Volta della Sala dellOlimpo Paolo Veronese
Volta della Sala dell’Olimpo. Paolo Veronese.

Affacciata al candido parapetto, Giustiniana Giustiniani, moglie di Marcantonio Barbaro, ci accoglie nella Sala dell’Olimpo, cuore della dimora gentilizia, insieme alla nutrice e a tre figli.

Dal portamento fiero ed elegante, la Signora Barbaro poggia le mani sul bordo della balaustra dove sono raffigurati un pappagallo e un cagnolino. Al di sotto di Giustiniana Giustiniani si scorge una rappresentazione di Villa Barbaro.

Espressione della maestria e del genio creativo del Veronese, imponenti colonne tortili abbellite da motivi vegetali accentuano la verticalità della sala. Le colonne simulate sorreggono la finta cornice architettonica ottagonale che ospita le principali divinità dell’Olimpo con i relativi simboli. Nelle lunette e negli angoli sono dipinte le stagioni e i quattro elementi.

Dal centro della brillante volta di luce emerge la figura di una donna su un mostro alato a portare un messaggio di salvezza, di Armonia universale.

Veduta Sala dellOlimpo verso autoritratto del Veronese
Veduta Sala dell’Olimpo verso autoritratto del Veronese.

Stanza del Cane

A dare il nome alla stanza è il grazioso cagnolino sulla parete di sinistra, accucciato di fronte al finto basamento marmoreo. L’allegoria sulla volta mostra tre donne che si contendono una cornucopia. Le figure femminili rappresentano Venezia, l’Ambizione e l’Invidia che nasconde un coltello. Svettanti coppie di colonne ioniche incorniciano un romantico paesaggio marino costellato di ruderi ammantati di vegetazione.

Nella parete di fronte all’entrata si può ammirare la la Sacra Famiglia con S. Caterina, protettrice della famiglia Barbaro.

Stanza della Lucerna

Ricca di simbolismi biblici, la stanza della lucerna è adornata da un’allegoria della Fede, con il Sacro Calice in una mano e la Bibbia aperta ai suoi piedi, che mostra al peccatore la via verso l’eternità, concetto incarnato da un serpente che circonda la terra mordendosi la coda. La Carità guida il peccatore e schiaccia con sdegno un forziere di gioielli dinanzi al Padre Celeste che emerge dalle nubi.

Degno di nota è senz’altro lo splendido inganno ottico generato dal putto con le ali spiegate che regge l’elaborata lucerna metallica appesa al soffitto.

Ritratto di Elena Caliari

La moglie di Paolo Veronese è ritratta in abiti eleganti, con un ventaglio, sulla parete in fondo alla successione di stanze. Le dimensioni della dama, maggiori rispetto a quelle reali, sono studiate appositamente per conferire un senso di prossimità attraverso un ingegnoso effetto prospettico.

Autoritratto di Paolo Veronese

Risalente al 1562, l’autoritratto di Paolo Veronese mostra l’artista con indosso un raffinato abito da caccia. L’opera è una preziosa testimonianza dell’affetto provato dal pittore per questo luogo, alla cui straordinaria bellezza ha contribuito con le proprie opere.

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Giardino di Villa di Maser.

Se desiderate scoprire un inestimabile capolavoro di architettura, pittura e scultura, sintesi del genio di alcuni dei più grandi artisti del rinascimento, ammirare giardini incantati ed opere di ingegneria idraulica ispirate alla civiltà romana, visitare le cantine di una storica tenuta vitivinicola incastonata nel cuore della D.O.C. Montello e Colli Asolani, visitare Villa di Maser sarà un’esperienza indimenticabile!

Villa di Maser

Quello che era……..e quello che sarà nuovamente

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Quella parte della fabrica, che esce alquanto in fuori, ha due ordini di stanze, il piano di sopra

è a pari del piano del cortile di dietro, ove è tagliata nel monte riscontro alla casa una fontana, con infiniti ornamenti in stucco e di pittura. Fa questa fonte un laghetto, che serve per peschiera:da questo luogo partitasi l’acqua scorre nella cucina e poi irrigati i giardini che sono dalla parte destra e sinistra parte della strada la quale pian piano ascendendo conduce alla fabrica; fa due peschiere co i loro beveratori sopra la strada commune; d’onde partitasi; adacqua il bruolo, il quale è grandissimo, e pieno di frutti eccellentissimi, e di diverse seluaticine”.

Andrea Palladio, I quattro libri dell’Architettura, libro II, Venezia 1570

Così Palladio descrive in poche righe la natura di Villa di Maser, dove l’acqua che scorre dalla fonte genera architettura, paesaggio e produzione agricola, in una sintesi straordinaria che ha conservato nel tempo il proprio carattere unitario.

La Villa comprende le barchesse, il tempietto, il Ninfeo servito dal sistema idraulico descritto e l’ampio giardino.

Il tempo ha in parte cancellato la funzionalità del pensiero del grande architetto, ma non la memoria, ed è obiettivo del progetto ridare vita per quanto possibile, anche innovandolo, all’idea palladiana.

Il complesso cresce nei decenni

Nel parco si alternano, a grandi prati a sud della Villa, due fontane circolari, il giardino del Ninfeo con prato e pavimento in ciottoli, il bosco sulla collina retrostante con conifere, cedri, lecci, tassi e altri alberi di pregio e gli orti a est. Nel 1930, a opera di Tomaso Buzzi e di Marina Volpi, proprietaria del complesso, vengono realizzati un giardino di rose, una sequenza di tre giardini con serre, limonaia e vasca e una straordinaria galleria di carpini, tipica dei giardini veneti. La Villa, il giardino e il suo paesaggio sono vincolati dal 1964, considerando l’insieme il vero bene da tutelare.

Viale Dei Carpini in restauro
Viale Dei Carpini in restauro.

L’unicità di un luogo dalle forti radici

Luogo emblematico della civiltà delle ville venete costituisce anche un riferimento per le iniziative di valorizzazione della produzione vitivinicola dell’area, delle colline del prosecco. Inserito nel circuito delle Strade dell’Architettura, Strada dei Vini e della Grande Guerra, e in un sistema di percorsi ciclistici e naturalistici. L’eccezionalità del sito è dovuta alla integrità delle relazioni storiche tra le componenti, al pregio botanico e storico di alcuni alberi (Juniperus communis, Sophora japonica), al sistema idraulico che alimenta la cisterna in cima al bosco e, per caduta, aziona i giochi d’acqua del Ninfeo, serve la Villa e, attraverso il giardino, arriva alla campagna antistante segnata dallo stradone alberato con tigli.

Riportare alla luce la bellezza

Il complesso e il suo giardino presentano alcune aree che hanno subito danni sia per scarsa manutenzione sia per eventi atmosferici straordinari. Il bosco retrostante, che nei primi dell’800 era coperto di ulivi e frutti, e poi risistemato con conifere e altri alberi di prima grandezza, è stato fortemente diradato da un fortunale e ha determinato problematiche statiche e fitopatologiche ad alcuni soggetti arborei anche prossimi alla Villa. Il circuito idraulico storico è attualmente interrotto per interventi incongrui effettuati nel tempo e, come per gli alberi, è urgente in quanto priva la Villa dei giochi d’acqua che la contraddistinguono.

Il ridare vita non consiste in un ritorno al passato, ma un recupero di significati presenti e in parte nascosti, alla luce della contemporaneità.

Questa volontà si concretizza anche per mezzo dell’impiego di moderne tecnologie, che consentono al parco e alle architetture contenute, di perseguire un approccio conservativo, basato su principi innovativi e sperimentali.

Gli step del Progetto

  • l’informatizzazione dei dati sulla componente vegetale e sui prati, e la redazione di un master plan generale del complesso, sia per il parco-giardino sia per la parte di paesaggio tutelata come bene monumentale, permetterà di iniziare una manutenzione programmata con monitoraggio e cura degli alberi, con la valorizzazione della naturalità dei prati e del bosco retrostante, con processo di arricchimento botanico nei tre giardini a ovest in un equilibrio controllato tra disegno e natura;
  • il recupero del sistema idraulico palladiano restituirà al complesso un sistema funzionale e aggiornato che sposa l’innovazione con la storia, divenendo un motore per la valorizzazione non solo della Villa ma dell’intero territorio;
  • il Ninfeo sarà restaurato e lo stato di conservazione monitorato in continuo con sofisticati sistemi di controllo digitali;
  • esempio di valorizzazione, verrà esternalizzato grazie a collaborazioni anche scientifiche risultato dell’accordo quadro con l’Università IUAV di Venezia con la quale sono previste attività scientifiche e di formazione a vari livelli, con pubblicazioni e ricerche che coinvolgeranno istituzioni e associazioni locali, nazionali e internazionali.
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Il Ninfeo a esedra con decorazioni di Alessandro Vittoria e Marcantonio Barbaro.

La valorizzazione e i suoi obiettivi

  • la gestione del complesso punta a incrementare il flusso di visita, ma anche a offrire un quadro dei valori integrati a quello primario dell’architettura con l’intento di evidenziare l’importanza di tutte le sue parti compresi il giardino e il paesaggio;
  • la sicurezza e l’accessibilità verranno adeguate attraverso l’individuazione di un percorso dotato di dispositivi speciali anche per utenti diversamente abili;
  • il Parco e la Villa di Maser saranno promossi e valorizzati attraverso il loro inserimento negli itinerari delle visite alle strutture del territorio appartenenti al network e al Patrimonio Unesco, delle Ville e dei Giardini più noti a livello internazionale, nonché nei circuiti artistico-culturali specializzati in parchi e giardini storici e in tour eno-gastronomici. Saranno progettate rassegne di eventi ed esposizioni attraverso specifiche partnership con le istituzioni locali, gli operatori turistici del settore botanico, culturale, dell’escursionismo ambientale, dello slow tourism e del cicloturismo, in combinazione con le eccellenze storiche, artistiche, naturalistiche e museali del territorio;
  • l’impiego di tecnologia web based consentirà di migliorare l’esperienza di accesso, visita e fruizione del Parco e della Villa anche per un pubblico con ridotta mobilità e percezione visiva.

Villa di Maser rinasce nel segno di Palladio e della sostenibilità

con i fondi del PNRR – Ministero della Cultura

2 milioni di euro per conservazione e valorizzazione delle parti esterne

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Veduta aerea di Villa di Maser.
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Villa di Maser, giardino e colli alberati sullo sfondo.

Villa di Maser, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1996, ha ospitato nella sala a Crociera Rosa la conferenza stampa di presentazione degli interventi di conservazione e valorizzazione in fase di avvio, resi possibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR-M1C3, Ministero della Cultura (Unione Europea, NextGenerationEU*).

Ospite della giornata Vittorio Dalle Ore, proprietario della Villa. Sono intervenuti, oltre alle autorità, Paolo Faccio, Progettista e Coordinatore Generale del Progetto, Professore Ordinario di restauro presso lo IUAV di Venezia; Annachiara Vendramin, Progettista e Direttore dei Lavori della componente vegetale, agronomo del paesaggio; Andrea Di Lenna, Coordinatore delle attività di valorizzazione del Progetto, Professore di Organizzazione all’Università di Padova.

Durante la conferenza stampa è stato descritto nel dettaglio il Progetto di conservazione e valorizzazione che riguarda l’esterno del complesso concepito da Andrea Palladio nella metà del Cinquecento.

Lo stato dell’arte e gli interventi previsti

(…) Ove è tagliata nel monte rincontro alla casa una fontana con infiniti ornamenti di stucco, e di pittura. Fa questa fonte un laghetto, che serve per peschiera; da questo luogo partitasi l’acqua scorre nella cucina, & da poi irrigati i giardini, che sono dalla destra, e sinistra parte della strada, la quale piano piano ascendendo conduce alla fabrica; fa due peschiere coi loro beveratori sopra la strada commune: d’onde partitasi; adacqua il Bruolo, il quale è grandissimo, e pieno di frutti ecellentissimi e di diverse selvaticine (…).

Andrea Palladio, I quattro libri dell’Architettura, libro II, Venezia 1570

Villa di Maser (conosciuta anche come Villa Barbaro), è un complesso di ardita magnificenza. L’edificio è, come da volontà di Andrea Palladio, legato simbioticamente all’ambiente circostante e ha una vocazione agricola. Assomma su di sé un grande impatto visivo – colonne, frontoni, barchesse – e una funzionalità di alto livello: una vera “macchina territoriale”, impreziosita dalla componente artistica a cura del pittore Paolo Veronese e dello scultore Alessandro Vittoria. 200 gli ettari di pertinenza, di cui 100 ettari a bosco, il resto a vite e in parte a uliveti.

L’intervento finanziato dai fondi del PNRR M1C3 dedicato a “Parchi e Giardini Storici”* per un totale di 2 milioni di euro riguarda la conservazione della parte architettonica e impiantistica (sistema idraulico palladiano, uso della risorsa idrica in modo funzionale; restauro del Ninfeo e dell’apparato decorativo con materiali bio-eco compatibili e sostenibili). La componente arborea della Villa, con un’attenzione particolare per gli esemplari più antichi, sarà curata e integrata con altri elementi vegetali. Il giardino delle rose e altri tre giardini saranno restaurati e rinnovati con l’introduzione di piante e fiori particolarmente amati fra il Cinquecento e Seicento. Orto e frutteti saranno riqualificati, così come i prati, che verranno arricchiti dal punto di vista floristico e aromatico. Tutto concorrerà a rendere Villa di Maser ancor più accogliente e permetterà al visitatore di passeggiare nei giardini e tra le serre, supportato da un’adeguata cartellonistica informativa; sarà garantita l’accessibilità dei percorsi anche alle persone diversamente abili.

Un contestuale progetto piano di valorizzazione inserirà il complesso non solo tra gli itinerari di visita del Patrimonio UNESCO, delle Ville e Giardini più noti a livello internazionale, ma lo renderà location perfetta per eventi culturali di alto profilo e meta del turismo slow in tutte le sue declinazioni (botanico, culturale, sportivo, enogastronomico…).

Approfondimenti

Nel suo intervento, Vittorio Dalle Ore ha trasmesso ai presenti l’amore e la dedizione personale nei confronti di un’opera incredibilmente affascinante: “Sostenuta per questo Progetto dall’intervento del soggetto pubblico, attraverso l’Unione Europea. Questi investimenti sono intimamente connessi alla vita della Villa, in cui edificio e parti esterne dialogano in modo costante e rappresentano un indiviso di valore inestimabile. Finalmente la bellezza che ogni giorno si può vivere e respirare a Villa di Maser potrà essere condivisa con il visitatore in modo ancor più profondo: le persone potranno, oltre che ammirare gli affreschi e le sculture della Villa, anche passeggiare per i giardini, le serre, veder zampillare l’acqua dal Ninfeo. Un’esperienza ogni giorno diversa, una meraviglia che si rinnova all’infinito”.

Quando parliamo di innovazione, nello specifico caso di Villa di Maser – spiega Paolo Faccio – intendiamo il recupero del progetto originario di Palladio, già allora estremamente avveniristico. Il riferimento è soprattutto all’ottimizzazione delle risorse, in particolare dell’acqua, per l’uso sia funzionale sia estetico. Torneranno al loro splendore originario il Ninfeo, prodigio di architettura e ingegneria, le serre e i giardini. Per questi lavori sono stati selezionati fornitori del territorio altamente specializzati, in grado di garantire l’uso di tecniche e materiali innovativi, sostenibili e brevettati. Alla conclusione dell’intervento conservativo Villa di Maser tornerà a essere ciò che è sempre stata, con un plus: potrà coinvolgere tanti e diversi tipi di utenza, dai giovani ai turisti, dagli studiosi ai professionisti”.

Il verde nelle sue declinazioni – giardini, parco, orto, boschetto – è oggetto del progetto conservativo curato da Annachiara Vendramin: “Per un agronomo, per un paesaggista, è un privilegio poter contribuire alla rinascita di Villa di Maser, anche attraverso la valorizzazione delle componenti arboree di grande valore e la reintroduzione di fiori e piante rare. Il lavoro sarà molto articolato: il giardino storico sarà riqualificato in un’ottica di sostenibilità ambientale; saranno restaurate le pavimentazioni. Sarà recuperato il frutteto, con la messa a dimora di piante di frutti nani, antichi, e di piante officinali; anche il boschetto retrostante sarà riqualificato. A Villa di Maser vivranno insieme e dialogheranno due linguaggi, quello voluto da Palladio e quello impresso negli anni Trenta del secolo scorso dall’architetto Tomaso Buzzi e da Maria Teresa Parpagliolo Shephard, per volere della proprietaria di allora, Marina Volpi di Misurata. Pregevoli curiosità attireranno l’occhio del visitatore attento, come i vasi di terracotta che riporteranno le cifre MM, esattamente come un tempo”.

Specifica dello spirito del PNRR – commenta Andrea Di Lenna – è, oltre al focus sulla natura tecnica degli interventi, la valorizzazione del patrimonio esistente, così da mettere a disposizione della cittadinanza locale e poi di tutti coloro che passeranno in visita a Villa di Maser, strumenti adeguati per godere degli spazi. Concretamente, il Progetto legato ai fondi del PNRR sarà volto ad aumentare il numero di visitatori di Villa di Maser e pertinenze esterne; a digitalizzare le informazioni e renderle fruibili a tutti, sia in loco sia tramite il web; a far sì che parco e giardini siano protagonisti di eventi per diversi target di fruitori. A cambiare sarà anche l’accoglienza fornita che, come voluto dalla proprietà, condurrà le persone a sentirsi ospiti e non semplici visitatori, per una vera experience di valore, fuori dal comune. A essere valorizzato sarà anche il racconto dell’intero percorso di recupero e conservazione, che durerà un anno e mezzo, che già ora fa scoprire piccoli tesori di bellezza capaci di sorprendere anche i professionisti coinvolti nel Progetto”.

*PNRR M1C3 – INTERVENTO 2.3 – PARCHI E GIARDINI STORICI – INTERVENTO DI RECUPERO

Per ulteriori informazioni

Silvia Borsani – ufficiostampa@atelier-esse.com – cell. 335 8355368 

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